Tutti i collaboratori di Rumors credono vivamente che la verita debba essere resa nota, senza fronzoli e per nulla travisata. Ecco come nasce il nuovo progetto "Gente Comune" dove ci apprestiamo a raccontare al mondo, la storia e le idee dei comuni cittadini di un mondo sempre più suddiviso in classi.
Oggi vogliamo portare alla vostra attenzione l’esperienza di vita
vissuta di un mutante che ha deciso di registrarsi e vivere nella
legalità.
E’ un ragazzo come tanti altri, con gli stessi desideri
ed ideali di ogni giovane americano. L’unica differenza tangibile che lo
distingue dagli altri esseri umani è che condivide il proprio corpo con
un’entità aliena, estranea. Forse proprio questa diversità ha fatto di
lui la persona che è: ricca di tolleranza, amore per il prossimo e
comprensione. Questa testimonianza dimostra come l’altruismo ed i buoni
sentimenti risiedano in ogni persona senza differenze di razza, pensiero
ed ideali. L’essere diverso lo ha reso una persona migliore, a
differenza di quello che pensano molti appartenenti ai gruppi
antisuperumani.
Abbiamo chiesto a Ryan di parlarci un po di sé:
R: Ho studiato nella migliore High School di Philadelphia in quanto orfano della Bank of America [Rapina avvenuta nel 2008, ndr], mio padre venne ucciso durante l’attentato. Attualmente insegno alla Young Gifted School e spero di diventare presto Vigllantes quando passerò alla First Class. Nel tempo libero gestisco un locale nel South.
W: Parlaci di questo locale
R: Il Drunken è un vecchio locale situato nel South, l'ho affittato e riaperto e ogni tanto mi diverto a stare dietro il bancone.
W: Quindi avevi solo voglia di ridare lustro ad un locale abbandonato, una sorta di riscatto morale ?
R: Beh, non proprio. Ma ho conosciuto una ragazza, una mutante il cui potere era piuttosto invadente. E sognava uno spazio in cui poter essere sé stessa, così come io per anni avevo cercato un ritrovo in cui potermi rifugiare nelle brutte giornate. Il Drunken è entrambe le cose: è un piccolo angolo di utopia, dove non esistono distinzioni, dove nessuno deve sentirsi sbagliato.
W: E' restrittivo parlare di pub diciamo che è più un luogo di ritrovo quindi, una specie di salotto intellettuale dove confrontarsi?
R: Sì, diciamo così: il pub è la struttura, il dove, ma poteva essere una sala giochi, una caffetteria o altro. Beh, per quel che di intellettuale può esserci in un posto come il mio. E' un punto di ritrovo per tutti quelli per cui mutante, umano, gay, etero, nero, bianco o strambodie sono soltanto parole, non etichette.
W: Cosa ci dici invece della tua posizione in merito alla Causa Mutante? Sei favorevole alla registrazione?
R: Si sentono in giro storie che si ripetono ogni giorno, quando qualcuno se ne fotte e qualcun'altro se ne approfitta. Giovani mutanti che per pagare le cure mediche ai genitori si vendono alle organizzazioni criminali e altre amenità del genere. Vedo la registrazione come mezzo per tutelare queste persone e strapparle alla criminalità.
Mi sorprende sempre chi accusa il governo per le sue leggi e poi supporta il terrorismo. Il problema dei mutanti è un problema culturale, come lo sono stati molti altri nella storia. Non esiste una guerra tra noi e voi, esistono due gruppi spaventati che devono venirsi incontro. Quindi sì, sono favorevole alla registrazione. Ma non mi piace imporla, preferisco farne capire l'importanza. Mi piace mantenere un dialogo pacifico e produttivo. E’ giusto che ognuno possa esprimere le proprie opinioni. Quel che conta è che nessuno provi a far esplodere la testa dell'altro: è per questo che odio gli evoluzionisti esaltati al pari dei razzisti umani.
W: Molti mutanti che aderiscono al pensiero neo evoluzionista asseriscono che le leggi regolamentanti il porto d’armi e la registrazione dei super umani siano discriminanti e vergognosamente razziste, tu cosa ne pensi?
R: Io non penso che chiunque non si registri sia un criminale in senso stretto, ma che stia facendo un errore. Registrarti non ti toglie nulla, è una paura infondata. Io sono registrato e non ho mai avuto il minimo problema conseguenziale. Dall'altro lato, toglie risorse al crimine mutante e, soprattutto, priva gli umani razzisti di un deterrente per tormentare i mutanti. Non vado a caccia di non registrati, non è il mio lavoro. Io, come professore della Young Gifted School, come super umano e come persona, cerco di farne capire l'importanza. Non tutte le leggi funzionano - è dibattito pubblico, politico e costante - ma questo non le rende tutte inutili. Pensa ad esempio al documento di identità: vi è indicata la provenienza e la foto. Dimostra l'etnia, ma nessuno si sente offeso dalla cosa. Un documento di registrazione ti mette al sicuro da accuse, da pregiudizi, da tormenti di ogni genere e non sei in alcun modo costretto a metterlo il mostra. Se io non ti avessi detto che sono un mistico, tu non avresti avuto modo di saperlo. In realtà la mia libertà non è violata in alcun modo. Certo, questo non significa che le leggi non possano essere ritoccate, che non si debba promuovere una maggiore tolleranza verso i non umani, assecondata dal governo: ma quella è politica, attivismo sociale; tutta un'altra storia.
W: Che messaggio vorresti inviare nelle vesti di Vigilantes?
R: Io voglio fare paura. Voglio essere il motivo per cui i criminali si guardano alle spalle. E' la mia natura, che mi fa montare dentro un'incredibile rabbia ogni qualvolta un'ingiustizia resta impunita, tutte le volte che il male trionfa. Non posso restare a guardare mentre la città va in fiamme, mentre brave ragazze per aiutare la madre devono diventare criminali, o dove fanatici si approfittano di una legge per creare una guerra.
W: E come professore, come pensi di essere visto dai tuoi studenti?
R: Non mi piace considerarmi un professore, preferisco immaginarmi come un tutor. Sono una guida, piuttosto che un maestro. Io gli consiglio la strada, riuscire a percorrerla spetta allo studente. I poteri sono complessi, un telecineta non ha nulla a che fare con un velocista, anche se io insegno principalmente a combattere, resto dell'idea che i consigli più utili riguardino la convivenza con il proprio potere: imparare ad accettarlo, ad usarlo e a fare parte del mondo in cui viviamo.
Non possiamo far altro che augurare un enorme in
bocca al lupo a Ryan, felici che abbia accettato di essere intervistato
dalla nostra testata. Per chi fosse interessato lasciamo l’indirizzo
del suo locale nel South, il Drunken dove tutti sono ben accetti e non
esistono pregiudizi.
White
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